Nelle ultime giornate di agosto abbiamo avuto un caldo insopportabile; anche questo inizio di settembre non sembra voler regalare un clima più gradevole. Nei campi l’erba è un ricordo, sembra tutto secco. Senza acqua non c’è vita.
Il problema non si sente solo qui a Modena: in Toscana ci sono guai seri per la carenza di acqua, il livello dei fiumi è sceso oltre il solito. Per adesso gli unici provvedimenti sembrano essere generici divieti al prelievo di acque di superficie a fini irrigui: non si va oltre la pezza messa per superare l’emergenza.
Intanto qui nei campi dell’Emilia anche le piante alte soffrono: la foto a fianco riprende un noce, assai malconcio. Il noce è una albero abbastanza delicato, se gli sommergi le radici si rovina. E si rovina anche quando fa troppo caldo. Una pianta adulta come questa non si trova mai a soffrire carenze serie di acqua, almeno non dalle mie parti: ha un apparato radicale esteso e profondo, riesce probabilmente a bere direttamente dalla prima falda di superficie. Però il caldo fa male lo stesso, le foglie si seccano o divengono più vulnerabili ad attacchi di insetti e funghi. Il risultato è lo schifo ritratto in fotografia, buona parte delle foglie suddette sono ormai malate o secche. Tutte queste ondate di calore probabilmente ci costringeranno a rivedere le scelte che facciamo riguardo alle piante ed alle coltivazioni.
Un’altra pianta che si lamenta del tempo è la vite: foglie bruciate, grappoli arrostiti e via dicendo. La vendemmia delle bianche è già nel vivo, con largo anticipo rispetto alle date a cui eravamo abituati un tempo. Un altro segno – tra i tanti – del clima che cambia. Ai primi di settembre è sorprendente avere a che fare con uve montù che fanno 17 gradi babo. Di solito questa cosa capitava in maniera accidentale, magari in vigneti che per un qualche motivo avevano prodotto poco; adesso è un fatto frequente. Le date della vendemmia sono da sempre utilizzate dai climatologi come indicatori di temperatura: se fa caldo, si vendemmia presto. Il pienone di carri in cantina già a fine agosto dovrebbe indurre qualche riflessione.
Adesso spero che almeno piova un po, se non altro per lavare dalle piante la polvere a la sporcizia accumulate in tante settimane di sole. Bisognerebbe anche spiegare a quelli del telegiornale che due mesi senza acqua dal cielo non sono “bel tempo”: sono un disastro.
Update: qualcuno lassù ha sentito le nostre implorazioni. Un temporale ha sciacquato la polvere; poca roba, ma è stato bello dopo tanta attesa. Spero basti per un po.