Aggiornamenti sul terremoto

Lo sciame sismico iniziato nella notte tra sabato e domenica prosegue ancora; secondo la banca dati Iside INGV al momento si contano, in un raggio di 30 km attorno a Finale Emilia, ben 185 sismi. In meno di due giorni. Tra questi quelli violentissimi registrati a metà strada tra Mirandola e Bondeno, e successivamente nei dintorni di Vigarano Mainarda. I danni sono molto gravi, anche un mio collega di lavoro è attualmente tra gli sfollati.

Quasi tutte le scosse registrate finora hanno avuto un ipocentro posto a profondità limitata; ci sono pochi eventi collocati a più di 10 km. Qui sotto una mappa aggiornata sulla localizzazione dei sismi realizzata al volo, sui dati disponibili in questo momento.

epicentri e mangitudo dei terremoti, eventi del 20 - 21 maggio 2012Epicentri, magnitudo e profondità, sciame sismico del 20 – 21 maggio 2012. Fonte: INGV.

Ovviamente i puntini sono tanti rispetto alla prima ricognizione di ieri. Al momento comunque sembra che lo sciame sismico prosegua con una moltitudine di eventi di entità modesta, certamente non dannosi.

Cominciano già ad infuriare le polemiche sugli edifici crollati: in particolare ci si scandalizza del fatto che siano crollati dei capannoni industriali. Mi permetto di ricordare che questo è stato un terremoto potente e superficiale, due fattori che lo rendono assai dannoso per le opere edili. Un sisma di magnitudo attorno a 6 gradi richter libera una energia considerevole; per farsene una idea va sempre bene la paginetta illustrativa targata USGS. Nel caso della magnitudo 6 della scala richter, staremmo parlando dell’energia meccanica liberata dall’esplosione di circa 15.000 tonnellate di tritolo. Quindicimila, non è un errore di battitura. La bomba atomica scoppiata sopra ad Hiroshima sembra avere prodotto per l’appunto una energia di questo ordine di grandezza.

Ho sentito polemizzare anche riguardo alla efficacia della zonazione sismica; poco efficace, se queste aree erano classificate come poco rischiose. Vedere qui una tabella per i comuni dell’Emilia. Bisognerebbe però ricordare che la zonazione attuale si realizza analizzando i terremoti del passato; e i terremoti hanno tempi di ritorno molto estesi, a volte più che secolari. In questo modo, è probabile che molte aree d’Italia siano capaci di generare sismi molto più potenti di quanto non crediamo noi sciocchi mortali; il problema è che ancora non siamo riusciti a documentare con certezza queste attività telluriche. La zonazione è inevitabilmente una attività aperta, in costante evoluzione.

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