Notate le discussioni sugli scaglioni Irpef? Il governo italiano voleva modificare le aliquote, abbassandole. Ed aumentando l’Iva. Qui un riassunto sulla proposta. Per fortuna che non abbiamo perso tempo attorno a queste chiacchiere: alla fine non se ne fa niente e rimane tutto più o meno com’era.
Ieri sera mentre mi muovevo in mezzo alla pioggia per tornare a casa mi sono trovato a riflettere su alcuni cambiamenti occorsi al paese in cui vivo. Anche le strade sono cambiate: oggi abbiamo una schiera di rotatorie agli incroci. Gli amministratori locali approfittarono di un bando della Comunità Europea per costruirle spendendo meno, ma ne occorreva un numero minimo: altrimenti niente soldi. E allora ne hanno inventate di fantasiose, non vi dico le risate davanti a certe scodelle di sampietrini. Dopo alcuni anni di esercizio, devo però ammettere che almeno hanno risolto il problema degli incidenti stradali: sono calati drasticamente, e sono diventati lievi. E’ da tempo che non muore nessuno su quei crocevia, e dire che dieci anni fa era normale raccoglierci cadaveri. E’ una cosa di cui sono stato testimone diretto.
Le rotonde alla francese però hanno anche dei difetti: consumano suolo, si dice in giro per la rete. Trasformano i nostri bei campi in asfalto ed aiuole incolte. Ogni tanto ci fa qualche sparata anche Beppe Grillo, e non solo lui. Già, consumano suolo: ma quanto? E quali sono le alternative? Se due strade si incrociano dobbiamo pure inventarci qualcosa, che non sia possibilmente un colossale autoscontro. Per palesare la cosa, stavolta preferisco lasciar fare alle immagini: in certi casi parlano da sole.
Rotatoria stradale ed intersezione a livelli sfalsati, pianura modenese, identica scala.
Il problema pratico da risolvere era quello di realizzare le intersezioni tra una strada nuova ed una esistente nella pianura modenese. I progettisti negli anni ’80 optarono per la realizzazione di ingombranti ponti con rampe di accesso in terra e svincoli di raccordo; ma alcuni incidenti legali obbligarono a rivedere i piani. Uno dei raccordi è stato sostituito in corso d’opera da una piccola rotatoria: piccola si fa per dire, dato che il suo diametro esterno è di circa 75 metri. Sul lato destro dell’immagine, alla medesima scala cartografica, fa mostra di se uno dei raccordi realizzati secondo il progetto di origine.
Medesimo problema, diversa soluzione. L’altezza del ponte che nel secondo caso scavalca la via esistente obbliga a realizzare un rilevato di accesso; che non può pendere troppo, ci sono anche i camion, e diviene quindi piuttosto lungo. Ed è questo a rendere tanto ampie le rampe di accesso. All’interno delle superfici impiegate con lo svincolo potrebbero trovare posto varie rotonde del tipo ripreso sulla sinistra dell’immagine. Questo però non è l’unico problema: l’incrocio sopraelevato dell’esempio ha causato almeno due incidenti mortali, che ricordi io. Al punto che l’amministrazione comunale ha deciso di intervenire installando all’ingresso degli svincoli…..due piccole rotonde!
In questo caso non serviva davvero saper contare: un rapido segno di matita su una carta avrebbe fatto capire subito che quel viadotto non era indispensabile. Aver compreso il problema a posteriori è già un passo avanti. A chi obietta che negli spazi racchiusi negli svincoli possiamo coltivare o installare un impianto fotovoltaico, rispondo che questo si può fare anche in mezzo ad una rotatoria – ed è comunque scomodo in termini di gestione. Ci sono dei fantasiosi romagnoli che hanno realizzato perfino un piccolo vigneto dentro ad una rotonda stradale, per farsi pubblicità. Ricorda un po le aiuole coltivate a frumento della guerra.
Per qualche discussione sul tema del consumo di suolo, tra le varie, può servire un promemoria; interessanti anche le considerazioni di Estella Marino. Stiamo comunque attenti al prossimo amministratore che ci racconta che le rotatorie sono il male incarnato: si sa mai che al posto di una rotonda da 0,44 ha non salti fuori un raccordo da 300 x 200 metri che copre 6 ha. Sarebbe spiacevole rendersene conto quand’è ormai troppo tardi.
Per quanto ne abbiano fatta qualcuna di troppo, sono così efficaci da non capire come non ci si sia pensato 30 anni prima. Alcuni punti nodali del traffico si sono letteralmente dissolti (ne ho un esempio a 2 km da casa mia, dove la coda in ora di punta si trasmetteva costantemente all’indietro per 1km e più.
eppure ci hanno pensato già 30 anni fa… esiste una cittadina in Svezia, Växjö, dove hanno praticamente abolito gli incroci egli anni ’80, sostituendoli con minirotatorie di tutte le taglie, sono famosi per quello 🙂 Io li adoro, ma ai ragazzi dopo un po’ viene la nausea!
https://maps.google.it/maps?q=v%C3%A4xj%C3%B6&hl=en&ie=UTF8&ll=56.879187,14.817638&spn=0.026357,0.081711&sll=41.29085,12.71216&sspn=18.540997,41.835938&hnear=V%C3%A4xj%C3%B6,+Sweden&t=h&z=14
OK, mi hai stupito: intanto perché non saprò mai scrivere una roba come “Växjö” senza copincollare; e poi perché in effetti da quelle parti ho notato una rotatoria di diametro esterno 16 – 17 m. Più stretta ancora e la metto in camera da letto.
Però anche dalle mie parti non scherziamo, beccatevi questa:
https://maps.google.it/maps?q=modena&hl=en&ll=44.545707,11.071751&spn=0.000893,0.002642&sll=41.29085,12.71216&sspn=15.27637,43.286133&t=h&hnear=Modena,+Province+of+Modena,+Emilia-Romagna&z=19
Manco si vede in carta, sta a Piumazzo, a pochi km da casa mia. Io non ho ancora individuato un metodo per farci una svolta a sinistra senza picchiare contro il rilievo centrale. In questo caso potevano anche evitare….
Sarò tonto, ma per me il problema non è rotatoria vs. incrocio semaforizzato vs. qualcos’altro. Il problema è rispetto del codice della strada vs. non rispetto dello stesso.
Se colui che usa la strada (automobilista, camionista, pedone, ciclista, ecc.) rispetta il codice della strada, il problema non si pone. Anzi, probabilmente la semaforizzazione (se intelligente) diventa la soluzione migliore. Ma comunque col rispetto del codice della strada alla fine ogni soluzione funziona.
Però senza conoscenza e rispetto del codice della strada invece nessuna soluzione funziona. Al di là delle leggende metropolitane propagate da una parte o dall’altra.
Saluti,
Mauro.
Mi trascini leggermente fuori tema, parlando di morti e feriti anziché ettari. Propongo la lettura di qualcuno dei documenti che trovi qui:
http://www.stradelandia.it/Pubblicazioni/Argomento/Urbane/Urbane.html
In particolare, guarda la figura 7 (pag 10) del documento marcato con il numero 48. Sono dati vecchi, targati ISTAT ma comunque interessanti. La radice del problema risiede nella complessità delle manovre eseguite e nella velocità all’intersezione, o almeno questo dicono gli ingegneri trasportisi. Buona lettura.
Mi viene in mente che gli anni ’80 erano rampanti (a proposito di rampe…) C’erano un sacco di soldi per appalti. Il craxismo montava, tutte le cose si dovevano fare in grande. Oggi di soldi ce ne sono molti meno.