La popolazione italiana fotografata dai censimenti: siamo stati protagonisti di una veloce espansione demografica negli anni ’60 e ’70, il miracolo e tutte le storielle annesse. Poi il declino. Io ho vissuto la mia intera vita in un declino ininterrotto: sapete, ci si adatta. Oggi abitiamo in un paese nel quale i figli sono pochi – e poco amati dai padri, a vedere i dati sulla disoccupazione giovanile. Lo scivolamento continua, ma all’orizzonte c’è una pericolosa resa dei conti: i figli del baby boom nostrano si stanno avvicinando pericolosamente alla pensione. Molte cose cambieranno. Nel mentre possiamo osservare una fotografia di quel che è accaduto con l’aiuto di Istat.
Distribuzione della popolazione per età e sesso, Italia. Fonte: censimenti Istat.
Non c’è molto da raccontare: una grande ondata di persone nate 40 o 50 anni fa attraversa il tempo lentamente ed inesorabilmente. Sapete, certi andamenti sono dati di fatto sui quali non è possibile intervenire: riempire il paese di immigrati non risolve nulla, e comunque non sta funzionando. Stanno facendo le valige pure loro, sull’esempio dei nostri giovani. Rimane l’invecchiamento di una popolazione che paga i fasti di un passato assai spensierato – e di un presente gestito in maniera grossolana. Questa faccenda ha risvolti inattesi: ricordate la Gelmini che prometteva assunzioni nella scuola? Facile come posizione, se sai a che ritmo usciranno di scena certe coorti demografiche. Vuol dire vendere ovvietà come se fossero miracoli. Facezie a parte, prepariamoci a passare un sacco di problemi nei prossimi trent’anni: il futuro non sarà un parco giochi per noi italiani.
Impressionante la chiarezza della grafica. Mi torna in mente Cassandra, e la lucidità di prospettiva che viene spacciata per profezia di sventura (da chi non vuol vedere, ragionare, magari ammettere errori)
Allo sciagurato boom demografico ed economico post bellico e agli eccessi “di crescita” se si vuole ritornare ad una situazione preproblema, decrescere verso una maggiore sostenibilità, non può che esserci una fase di eccesso di persone vecchie o anziane.
E’ uno dei costi che il conto della sciagurata crescita ci pone.
In ogni caso lo tsunami migratorio in corso, la guerra massmigrazionista a bassa intensità contro l’Europa ci porta ad essere tornati ad aberranti tassi di crescita demografica.
Se non vogliamo citare i dati 2013, +1.8%, +1.096M homo, due città Bologna e Torino createsi dal nulla in un solo anno, possiamo pensare che in Germania, solo gli invasori immigrati – senza contare gli immigrati di seconda generazione, figli di comunità, alcune tra esse a tassi di prolificità violenti – hanno avuto solo nell’ultimo anno 800k invasori, ovvero più di una Francoforte (641k homo, se viene più comodo pensate a Palermo, 678k homo) creatasi da zero in un solo anno (città che hanno impiegato secoli per arrivare a quella popolazione).
Quindi lo scenario dei problemi in qualche modo gestibili di un rientro dolce verrà sostituito da quelli di un vero e proprio tsunami migratorio in una Europa già patologicamente sovrappopolata.
Insomma, perché preoccuparsi dell’influenza quando ti sta arrivando il vaiolo?
L’Italianistan futuro? Srebrenica e Sarajevo saranno stati giochetti da ragazzi, in confronto.
Pensiamo al Ruanda, alla Siria attuale, all’Iraq, allo Yemen, alla Somalia, a tutti i paesi in collasso per aberrante sovraccarico antropico.
Intanto al 1° gennaio 2015 l’ISTAT riporta 5.014.437 stranieri residenti in Italia (erano 2.402.157 nel 2005….la metà). A questi vanno sommate alcune centinaia di migliaia di clandestini “fisiologici” e un numero sconosciuto di altri clandestini conseguenti al traghettamento dai mari della Libia di questi ultimi 2-3 anni.
Non credo sia azzardato ipotizzare una presenza di circa 6 milioni di stranieri.
Certo che per un paese con la disoccupazione al 13% questa è una situazione a dir poco bizzarra!!
E ci aspetta di conseguenza il crollo dei valori immobiliari. Già oggi un buon 10% degli alloggi è disabitato. Quando la popolazione sarà ancor più invecchiata di oggi che ce ne faremo di tutte queste case?
In effetti c’è una marea di problemi all’orizzonte, talora artefatti, in qualche maniera legati alla struttura della nostra popolazione. Ne avete citati parecchi, e rilevanti.
Pingback: 110 e lode a 28 anni, o della durezza dell’aritmetica | Far di Conto
Pingback: Demografia in Italia: quattro auto per ogni figlio | Far di Conto