Il vento spazza la pianura anche oggi, ripulisce l’aria dai tanti miasmi che ci hanno accompagnati negli ultimi mesi. La vista è eccezionale da qui: il nostro Appennino brilla al sole, si possono osservare tutte le montagne e le colline che si affacciano verso nord. Dal bolognese fino al parmense e al piacentino, alcuni rilievi bassi e lontani non saprei nemmeno riconoscerli. Il gruppo del Cusna nella foto, coperto di neve, si staglia a sud ovest in mezzo ai cavi degli elettrodotti; impossibile fotografare da qui senza trovarseli tra i piedi. Dista più di 70 chilometri, ma sembra di poterlo afferrare con le mani. Il mese di febbraio è effettivamente il momento migliore dell’anno da queste parti in tema di visibilità.
Il tempo è bello, ma l’acqua non c’è. E’ da mesi che non piove, e solo in questi giorni si è cominciato a vedere cadere qualcosa dal cielo. Il bel panorama purtroppo non riempie canali e bacini; l’allarme è generalizzato e ormai noto a livello mediatico. La stessa ANBI non ha usato mezzi termini per quella che sembra essere una grave siccità. La neve dell’inverno, sulle Alpi come sugli Appennini, non serve a divertire gli sciatori: serve a riempire i fiumi a primavera, a rimpinguare le falde. Le falde idriche appunto: con livelli mai così in basso, in alcune province emiliane oltre un metro di differenza rispetto alle medie consolidate per il mese di dicembre. I dati dell’Associazione Bonifiche sono purtroppo inequivocabili.
Livelli di falda in Emilia Romagna, dicembre 2015. Grafica: ANBI.
Con abbassamenti così rilevanti, ci sono già grossi problemi in tema di acquiferi. I canali della media pianura sono desolatamente secchi, e vediamo già intaccare i deflussi minimi vitali dei corsi d’acqua secondari. Ci saranno effetti sugli ecosistemi fluviali, e non buoni. Per chi preferisce infischiarsene, rimane comunque una domanda interessante: cosa seminiamo? Tra poco è l’ora delle semine primaverili. Il mais reggerà? O si seccherà? Il Po è in secca anche lui, e i canali che ne derivano sono a mal partito: chi esegue irrigazione con acque di superficie che farà? Tenterà la sorte, sperando in un temporale provvidenziale? O ripiegherà su colture meno esigenti? E il Canale Emiliano Romagnolo? Non è esclusivamente irriguo, serve anche impieghi industriali. Con le falde emiliane basse ed i fiumi in secca, con cosa lo riempiremo? Forse è bene mettere in conto qualche problema per questa estate; meglio preoccuparsi per niente che trovarsi a secco senza alternative.
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Sta piovendo finalmente. So che non basterà, pero intanto l’insalata viene avanti.
La pioggia di queste giornate riporta la normalità in pianura, nel primo strato di suolo. Bisogna vedere se gli apporti nell’area montana saranno sufficienti a garantire il regime di morbida ai nostri corsi d’acqua: in gioco c’è sempre la disponibilità irrigua estiva. Resto dell’idea che con il mais bisognerà stare molto attenti.
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Avanti con gas e carbone ed il mondo sarà sempre più bello…