Coronavirus: mortalità ancora in aumento

Coronavirus: i casi di contagio registrati nelle ultime settimane sono parecchi, talora anche più di 30.000 al giorno. Tanti i morti: forse non come durante la prima ondata, ma comunque cifre considerevoli. Come sono cambiate quindi le cose? La situazione oggi è effettivamente diversa rispetto alla primavera? Ci sono i dati forniti dal Ministero della Salute, e possono servire per farsi un’idea al riguardo. Ad oggi, fine novembre 2020, pare che in Italia stiamo superando il culmine della cosiddetta “seconda ondata”.

Coronavirus: attualmente positivi, ospedalizzati totali, rapporto, andamentoCovid-19: attualmente positivi, ospedalizzati, rapporto. Dati: Ministero della Salute.

Dopo l’ondata di casi della primavera, l’infezione da Covid-19 ha perso momentaneamente slancio. L’estate è passata senza troppi problemi, tra feste in discoteca e vacanze sulle spiagge. In autunno, come si conviene a qualsiasi sindrome influenzale o da raffreddamento, la pandemia è riesplosa. Meglio prestare attenzione al significato dei dati disponibili: il picco di positivi che viviamo adesso non è realmente così grande rispetto ai valori della primavera. A cambiare è stata la nostra capacità di individuarli: facciamo più test, tracciamo meglio i potenziali contatti delle persone infette. Inevitabilmente finiamo con lo scovare un maggior numero di casi.

Prestiamo attenzione anche ai rapporti. La frazione di persone ricoverate in ospedale rispetto al totale di casi rilevati era ovviamente elevatissima a primavera: anche un 70%, le punte vistose a sinistra nella prima immagine. Ovviamente si tratta di un inganno generato dalla scarsa capacità iniziale di testare i positivi. A partire da luglio il rapporto in questione cade attorno ad un modesto 5 – 6 %. E lì rimane stabilmente fino ad ora, a fine novembre. Questo è un dato davvero importante: la recente esplosione nel numero di casi, anche 800.000 positivi presenti in una singola giornata, non ha alterato il rapporto con gli ospedalizzati. Un segnale intrigante: buona o cattiva che sia, la nostra capacità di individuare le persone contagiate si è mantenuta probabilmente stabile da luglio in poi; il ché lascia supporre che le serie dati disponibili siano abbastanza coerenti.

Rapporto tra mortalità giornaliera e pazienti in ospedale per coronavirusOspedalizzati, deceduti, rapporto. Dati: Ministero della Salute.

E ora le note dolenti: la malattia non sta scomparendo, e non sta diventando più lieve. Se proviamo a considerare il rapporto tra le persone ricoverate in ospedale per covid-19 e le persone decedute giornalmente, non possiamo fare a meno di notare alcuni andamenti piuttosto ovvi. A febbraio e marzo la situazione era disastrosa: per ogni 1000 pazienti presenti in ospedale, si potevano registrare anche più di 25 decessi ogni giorno. Attenzione: gli ospedalizzati, diversamente dai positivi ai tamponi, non mentono. E’ possibile che una persona infetta e priva di sintomi passi inosservata, e non possiamo sapere quanti siano gli asintomatici totali. Una persona affetta da sintomi rilevanti invece non può nascondersi: il numero di pazienti ricoverati è inevitabilmente più attendibile del numero di positivi rilevati

Osservando ancora la seconda immagine, possiamo notare la progressiva caduta del rapporto decessi / ospedalizzati verificatasi con l’estate. Abbiamo continuato ad ammalarci, ma la gravità dei casi curati nei nosocomi italiani è diminuita: per ogni migliaio di persone in ospedale a causa del contagio siamo arrivati a registrare un minimo di 5 decessi al giorno attorno alla metà di settembre. Vi ricordate tutti quei proclami secondo i quali il virus si doveva ritenere “clinicamente morto”? Questi discorsi erano frequenti durante l’estate, e in effetti si basavano su dati reali: la malattia era meno aggressiva. Man mano che ci incamminiamo nel pieno dell’inverno, la situazione cambia: il rapporto tra decessi ed ospedalizzati cresce velocemente. Ormai siamo arrivati poco lontano dagli eccessi della primavera; e ora non si tratta certo di un problema di saturazione degli ospedali, che per ora non c’è stata. La malattia da coronavirus, come già ricordato, fa semplicemente quello che farebbe un’influenza qualsiasi: diventa aggressiva e pericolosa nella stagione fredda. La speranza che il problema si risolva per magia rischia di rimanere delusa. L’estate è ancora lontana.

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2 risposte a Coronavirus: mortalità ancora in aumento

  1. jgwolf ha detto:

    Aspettarsi che un virus appaia e scompaia in una stagione è quantomeno ingenuo. Poi possimao discutere sulla serietà o meno dello specifico patogeno, ma non possiamo farlo senza coinvolgere anche il contorno sociale nel quale si innesta. Un virus che al momento si piazza al terzo posto nelle cause di morte in Italia è certamente serio, forse però dovremmo analizzare bene se la nostra azione nei suoi confronti sia approrpiata o meno e a giudicare dai numeri ho i miei dubbi. Per esempio stando a worldometer gli USA (con un sistema sanitario da brividi…) hanno una letalità attuale di circa il 3.27%, l’Italia arriva al 7%, la media mondiale è circa i 3%. Altro dato strano è la percentuale di casi gravi che nel mondo è lo 0.6%, in Italia lo 0.5%, quindi allineata: come possiamo poi morire in ragione di oltre il doppio? Abbiamo 900 morti per milione di abitanti, la germania 195… Credo sia lecito chiederci cosa sia andato storto… ma mi sa che le risposte sono ben conosciute

  2. fausto ha detto:

    Quello che facciamo qui in Italia in effetti non è proprio brillante. Per dire, nel territorio di Modena i casi sospetti vengono testati con ritardi tipici di 8 – 10 giorni. In pratica non c’è alcun tracciamento. Poi ci sarebbero un paio di cosette da raccontare circa la nefasta interazione tra malattie respiratorie ed inquinamento urbano, ma questo è un tema estremamente impopolare.

    La policy italiana è questo: andare avanti come nulla fosse e sperare nella buona sorte. Io speriamo che me la cavo.

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